“Ogni volta che due persone si incontrano,
ci sono tre persone presenti:
come ogni persona vede sé stessa,
come una persona vede l’altra
e ogni persona come realmente è.”
William James
L’affettività permea tutta la nostra vita. Quando si è bambini non si può parlare di sessualità vera e propria ma solo di affetto.
Il bambino grazie alle coccole, al momento della pappa o alle cure che riceve può già iniziare a conoscere superficialmente il corpo maschile di papà e femminile di mamma. Per esempio il seno materno nel momento della poppata o il petto maschile, con la sua peluria, quando viene cullato.
Nei primi mesi di vita il bambino utilizza il proprio corpo per relazionarsi con gli altri e sperimentare i primi contatti corporei con la madre o il padre, attraverso per esempio una carezza o un abbraccio.
Da zero a tre anni, è il momento in cui si sviluppano e si scoprono i cinque sensi ed il loro uso anche riferiti alla corporeità e sessualità.
Verso la fine del 1° anno di vita i bambini iniziano a esplorare il loro corpo in modo maggiormente specifico: scoprono anche lati personali “più nascosti”.
Le motivazioni possono essere molteplici:
Non è ancora presente la vergogna e la conoscenza di una privacy personale. Quest’ultima deve essere insegnata dai genitori fin da subito.
I bambini sono curiosi, non solo verso il loro corpo ma anche quello dei coetanei o del sesso opposto.
È fondamentale spiegare loro che è normale che un maschio e una femmina siano diversi. Ancora non hanno la permanenza dell’oggetto se non lo vedono.
Solo intorno ai 5-6 anni riescono a riconoscere che il corpo non cambia anche quando è coperto e che esistono due sessi: maschi e femmine.
Durante l’infanzia e l’adolescenza si possono osservare anche alcuni giochi di esplorazione verso il proprio corpo oppure il famoso gioco del dottore fatto con amici e/o coetanei.
È importante dare delle regole ai bambini e conoscere con chi giocano per evitare quelli non adatti alla loro età.
Essendo i bambini di oggi, esposti alle influenze di un eccesso di informazioni, è bene già attorno ai 6-9 anni, come dichiarato anche dall’OMS e riferito anche dalla letteratura scientifica, informarli e spiegare loro cosa siano: le mestruazioni, l’eiaculazione, i metodi contraccettivi, le malattie sessualmente trasmissibili, la violenza sessuale, senza tralasciare il piacere sessuale.
Attorno ai 12-15 anni, invece, è bene, avvicinare gli adolescenti all’uso consapevole dei metodi contraccettivi. Dai dati Istat, emerge che l’età “della prima volta” si aggira proprio intorno a questi anni.
Con l’ingresso in adolescenza si inizia anche ad osservare una particolare attenzione ai legami sociali che solo col tempo potranno diventare duraturi e stabili. Si iniziano anche ad osservare le prime richieste di privacy in casa.
Affiorano, inoltre, alla mente le prime fantasie sessuali, rivolte anche ad una sola persona, e la “vera” curiosità verso la masturbazione. Può permettere, se conosciuta e praticata bene, di conoscere meglio i propri gusti sessuali, le proprie zone erogene e maturare una buona autostima verso le proprie capacità e conoscenze in campo sessuale; base importante per non vivere momenti di imbarazzo durante un rapporto a due.
Con l’ingresso nella vita adulta la sessualità acquista ulteriori significati compreso la capacità di cura sia verso sé stesso sia verso l’altro e si può così anche parlare di riproduzione sessuale. Aspetto talvolta legato a vissuti positivi o negativi.
Veglia e Dettore (1990; 2005) propongono un modello della sessualità composto da quattro/ cinque dimensioni: narrativa, semantica, sociale, riproduttiva e ludica/giocata.
La dimensione riproduttiva della sessualità è quella più conosciuta, la più antica e a cui tutti siamo portati ad associare la sessualità. Spesso quando si parla di questo argomento Il primo pensiero che affiora alla mente è: riprodursi.
È una dimensione che fa vivere nel presente e non è rivolta al futuro, quindi alle conseguenze o alla presenza/assenza di una stabilità interna alla coppia.
La dimensione sociale porta la persona a voler creare relazioni con l’altro, a costruire una storia d’amore e lo stare insieme diventa una delle parole d’ordine nella propria vita.
Permette di far nascere relazioni sociali stabili, di cooperare quando si è inseriti in un gruppo, di aiutare il prossimo ma imparare anche ad amare sé stessi.
Le dimensioni semantiche e narrative prevedono la ricerca dei significati per la propria vita, come singolo individuo per poi poterli condividere con un altro conspecifico. Qui la sessualità non è più vista come semplice atto di godimento ma come collante della vita di coppia. In questo momento spesso nasce il desiderio di diventare non più solamente partner ma anche genitori.
L’ultima dimensione è quella ludica. Le persone si “incontrano” per giocare, coccolarsi, fare sesso insieme, sperimentarsi nella sessualità fisica ed emotiva, ecc. È anche questa una sessualità vissuta al presente e nel tutto e subito, non prevede coinvolgimento per il futuro e non permette di far nascere una coppia. Limitarsi a questa dimensione però, seppur gradevole e piacevole, è comunque paragonabile ad un accontentarsi e a mettersi poco in gioco. Forse può portare a un minor rischio di sofferenza o di messa in gioco personale ma così facendo si continua a vivere nell’incertezza. Si può percepirla in modo differente, quando questa dimensione viene vissuta e sperimentata all’interno della coppia.
La sessualità quindi come si può osservare
è importante non solo per conoscere l’altro ma anche sé stessi.
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Dr.ssa Federica Ciocca
Psicologa, Psicoterapeuta
Riceve a Torino, in provincia ed online